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Fabrizio Corona scrive a Lele Mora

23-06-2011

Fabrizio Corona scrive a Lele Mora

Lele Mora è stato arrestato qualche giorno fa dalla Guardia di Finanza di Milano, con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Fabrizio Corona, fidanzato di Belen Rodriguez, scrive così sulla sua rivista, parlando dell’amico Mora, manager dei vip: ” sono passati tanti anni da quel pomeriggio in cui mio padre tramite l’ex photoeditor di ‘Chi’, Alfredo Chiesa, mi prese appuntamento alle 4 del pomeriggio in viale Monza 9. Facevo il giornalista, scrivevo, ma soprattutto lavoravo presso la casa di produzione che mio padre aveva appena aperto. Producevamo un programma che si chiamava Olimpia su Tele Montecarlo: fu la Rai ad acquisirla e, secondo le leggi bigotte e stupide dei rapporti di nepotismo e raccomandazioni vigenti in questa buffa azienda nazional-popolare, fui costretto a trovarmi un lavoro. Lele fu subito gentile con me, forse s’innamorò a prima vista”

Corona ricorda con piacere le attenzioni ricevute da Lele Mora all’inizio della sua carriera:” In quel momento lui era il Divino, il Re Assoluto. Gestiva i più grandi: Simona Ventura, la Estrada, La Casalegno, la Ferilli, De Sica… Io, assistente provetto, lo accompagnavo a tutte le riunioni: Lele faceva i palinsesti Rai e Mediaset e spostava i suoi artisti come pedine da un’azienda all’altra, da una rete all’altra, mettendoli sempre nei posti e nei programmi più di spicco. Aveva ville stratosferiche in Sardegna, i suoi pranzi e le sue cene erano minimo da 30 persone e pagava sempre lui. Il budget dei suoi regali natalizi ammontava a un milione di euro, accontentava sempre tutti. Ha tolto sempre a sé stesso per dare agli altri, compreso me. Lele viveva alla giornata, spendeva oggi pensando che domani avrebbe guadagnato ugualmente. Che a ogni tipo di problema avrebbe sempre trovato una soluzione: non aveva limiti. Quando io ridendo gli chiedevo “E se poi diventiamo poveri?”, lui rispondeva: “Non succederà mai, amore mio”.

 

Corona con rammmarico continua a raccontare sulla rivista le sue vicennde con Lele Mora:“Da allora ne sono successe di cose, sono cambiati i governi, i politici, le televisioni… Tante fregature, tante umiliazioni e soprattutto tante delusioni. La prima su tutte Simona Ventura e poi tante altre… compreso me. Soprattutto me, perché al momento del bisogno lui c’era sempre stato, ma quando poi è stato lui a chiedermi aiuto, io non c’ero. Mi ha dato tutto, mi ha sempre messo al primo posto: ma il mio carcere e la nostra indagine hanno rappresentato un punto di rottura. Eravamo innocenti, ma forse eravamo diventati troppo potenti. E questo ci ha portato alla rovina: sono entrato che ero un bravo ragazzo e sono diventato cattivo. In due anni ne ho combinate di tutti i colori. E quando ho toccato il fondo ho deciso di ripartire e il primo tassello è stato cancellare il passato: da un giorno all’altro non ho più frequentato né lui, né tutta la sua gente. Mi sono rimboccato le maniche e ho ricominciato. Dopo anni di silenzio ecco la sua chiamata, il mio silenzio. Sarò stato egoista ma ricominciare con lui sarebbe stato come riprendere in mano tutto. Poi a Natale sono stato a casa sua per fargli gli auguri perché durante le feste si sente il bisogno di stare vicino alle persone care. E lui mi è caro. Ma non era più la stessa cosa: forse i troppi colpi, i troppi problemi, le troppe delusioni lo avevano ferito troppo. Ieri eravamo in riunione. Il mio direttore mi dice: “Aspetta aspetta: ordine di arresto per Lele”. Mi si gela il sangue: ho fatto qualche telefonata, niente da fare, lo stavano già portando in carcere. La stessa sera mi sono ritrovato al ristorante, con la sua famiglia, i suoi collaboratori, tutti distrutti. La sua guardia mi ha raccontato una cosa che mi ha messo una tristezza unica: Lele non ha mai chiesto niente a nessuno, ma mentre lo portavano via ha scritto un sms a un amico, la sola persona a cui poteva rivolgersi: aiuto aiuto, aiuto… Oggi non riesco a smettere di pensare a lui, ma non voglio immaginarlo disperato in quella cella. Il Lele che conosco ha su il grembiule e un gran sorriso. E cucina per tutti i suoi compagni di cella, li intrattiene, gli dà i consigli giusti per riuscire nella vita. Perché sono convinto che uno come lui è impossibile inventarlo. E soprattutto e impossibile distruggerlo…

Queste le parole di Corona nei confronti di Lele Mora, a cui sarà sempre grato per il suo aiuto e riconoscente per i regali che gli ha fatto. Porterà dentro di sé il senso di colpa per non essere riuscto ad aiutarlo o, magari per non aver voluto. Lele Mora gli è ancora caro e proverà sempre un profondo affetto per l’amico, cosa che ha lasciato intiure  con tratti commoventi in questa sua lettera.

Federica Perrot

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