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McDonald’s condannato: risarcimento di 50 mila dollari a impiegato grasso

22-08-2011

McDonald’s condannato: risarcimento di 50 mila dollari a impiegato grasso


 

La nota catena di hamburger McDonald’s è stata condannata da un tribunale brasiliano a pagare 50 mila dollari di risarcimento a un ex collaboratore ingrassato di 30 chili nei 12 anni durante i quali ha lavorato nella multinazionale americana provando vari tipi di cibo. Edson Zwierzinsky ha denunciato la McDonald’s perchè in qualità di impiegato era obbligato a provare gli hamburger più di una volta al giorno: «Lo costringevano a provare molti prodotti giornalmente – ha informato il suo avvocato, Vilson Martins – Ingeriva quantità variabili di panini, hamburger, patate fritte e bibite gassate».

 

 

Il tribunale regionale del lavoro di Porto Alegre ha obbligato la McDonald’s a pagare la cifra per danni morali, costo del trattamento contro l’obesità e i danni estetici. Non è la prima volta che la nota multinazionale viene messa sul banco degli imputati. Già nel 2002, infatti, due ragazze statunitensi citarono in giudizio la catena di fast-food: “Se siamo obese è colpa sua”, avavevano sostenuto davanti ai giudici. La difesa puntò sul fatto che non c’erano prove concrete che un’alimentazione basata principalmente sui fast-food portasse cambiamenti fisici. Contro la catena di fast-food si era già scagliato il regista statunitense Morgan Spurlock, che nel suo celebre film-documentario «Super size me», mangiando solo cibo di McDonald’s, era ingrassato di ben 11 chili in 30 giorni, documentando tutti i cambiamenti fisici e psicologici avvenuti. Dal 2004, data di uscita del film, McDonald’s ha cominciato ad offrire nuovi tipi di menù, negando però che i cambiamenti siano stati motivati dal documentario.

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