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Ci verrebbe da dire, da che pulpito viene la predica. Antonio Di Pietro, solo pochi giorni fa, aveva detto: «È arrivato il momento per tutti i cittadini di urlare forte: basta con la Casta!. E’ il momento di scendere in piazza alla fine di settembre per una manifestazione di dimensioni mai viste contro la casta al potere». Il problema è, che ancora oggi, lo stesso Di Pietro è un politico di quella casta, con privilegi non da poco come ad esempio le automobili “regalate”, segreto svelatoci dall’ormai famoso Spider Truman. Rinfreschiamoci la memoria con quanto aveva detto Mario Giordano su Di Pietro, nel bestseller Sanguisughe (Mondadori): «Riceve un vitalizio dal 1° settembre 1995, cioè da quando aveva 44 anni. Il suo assegno mensile ammonta a 2644,57 euro, 1956 netti».
Una bella pensione da magistrato, quindi, che l’Inpdap gli versa da ben sedici anni, anche se Di Pietro è parlamentare. Nel luglio del 2007, quando Di Pietro sedeva al vertice del dicastero dei Lavori pubblici, il “Corriere della Sera” gli chiese conto di questo stipendio e lui rispose: «Non ho mica smesso di lavorare,forse lo faccio più di prima. Mi rendo conto che ottenere una pensione in quel modo è una cosa assurda, ma era la legge di allora e non potevo certo rifiutare». Eppure è proprio lui, praticamente in pensione dai 44 anni, ad avercela con la “Casta“. E’ lui ad aizzare il popolo contro i “ladroni”, dimenticandosi forse di farne parte. Forse è giusto che si guardi allo specchio e si faccia un esame di coscienza.
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